In un processo di CdF i soggetti aderenti definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo.
Affinché i CdF siano strumenti operativi, che producono risultati concreti e monitorabili nel breve e medio periodo, è necessario che tali strumenti abbiano determinati requisiti minimi che favoriscano:
- l’avvio di processi partecipativi dal basso, per una esaustiva identificazione dei problemi e per la definizione delle azioni, fondamentali per conseguire risultati concreti e duraturi all’intero dei bacini e sub-bacini idrografici;
- la coerenza dei CdF al contesto territoriale, sociale e amministrativo in cui si inseriscono ed agli obiettivi delle norme, programmi, piani o altri strumenti vigenti su quel territorio.
I CdF si articolano nelle seguenti fasi:
- condivisione di un Documento d’Intenti contenente le motivazioni e gli obiettivi generali - stabiliti anche per il perseguimento degli obblighi cui all’articolo 4 della direttiva 2000/60/CE e delle direttive figlie - le criticità specifiche oggetto del CdF e la metodologia di lavoro, condivisa tra gli attori che prendono parte al processo: la sottoscrizione di tale documento da parte dei soggetti interessati dà avvio all’attivazione del CdF;
- la messa a punto di una appropriata Analisi Conoscitiva preliminare integrata sugli aspetti ambientali, sociali ed economici del territorio oggetto del CdF (ad es.: la produzione di una monografia d’area o Dossier di caratterizzazione ambientale - inclusa un’analisi qualitativa delle principali funzioni ecologiche -, territoriale e socio- economico, la raccolta dei Piani e Programmi - quadro programmatico -, l’analisi preliminare dei portatori di interesse e le reti esistenti tra gli stessi;
Tra le finalità dell’analisi vi è la definizione e valorizzazione di obiettivi operativi, coerenti con gli obiettivi della pianificazione esistente, sui quali i sottoscrittori devono impegnarsi;
- l’elaborazione di un Documento Strategico che definisce lo scenario, riferito ad un orizzonte temporale di medio-lungo termine, che integri gli obiettivi della pianificazione di distretto e più in generale di area vasta, con le politiche di sviluppo locale del territorio;
- la definizione di un Programma d’Azione (PA) con un orizzonte temporale ben definito e limitato (indicativamente di tre anni), alla scadenza del quale, sulla base delle risultanze del monitoraggio, sarà eventualmente possibile aggiornare il contratto o approvare un nuovo PA;
Il PA deve indicare oltre agli obiettivi per ogni azione anche gli attori interessati, i rispettivi obblighi e impegni, i tempi e le modalità attuative, le risorse umane ed economiche necessarie, nonché la relativa copertura finanziaria;
- la messa in atto di processi partecipativi aperti e inclusivi che consentano la condivisione d’intenti, impegni e responsabilità tra i soggetti aderenti al CdF;
- la sottoscrizione di un Atto di impegno formale, il Contratto di Fiume, che contrattualizzi le decisioni condivise nel processo partecipativo e definisca gli impegni specifici dei contraenti;
- l’attivazione di un Sistema di controllo e monitoraggio periodico del contratto per la verifica dello stato di attuazione delle varie fasi e azioni, della qualità della partecipazione e dei processi deliberativi conseguenti;
Informazione al pubblico: i dati e le informazioni sui Contratti di Fiume devono essere resi accessibili al pubblico, come richiesto dalle direttive 4/2003/CE sull'accesso del pubblico all'informazione e 35/2003/CE sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali su piani e programmi ambientali, attraverso una pluralità di strumenti divulgativi, utilizzando al meglio il canale web.