Contratti di Fiume: quali prospettive e quali possibili forme di finanziamento nella nuova programmazione 2021-2027?
CReIAMO PA
24/07/2020
Le prospettive dettate dal Green New Deal europeo, il Recovery Fund e le condizioni socio-economiche imposte dalla pandemia Covid-19 stanno prefigurando un aggiornamento degli assetti delle programmazioni finanziarie pubbliche e private: quale può essere il ruolo dei CdF in questo contesto? Quali sono le condizioni necessarie per inserire i Contratti di Fiume (CdF) nell’Accordo di Partenariato? Quale ruolo ci si aspetta dai CdF nell’ambito delle strategie globali per lo sviluppo sostenibile e per l’adattamento ai cambiamenti climatici? E in che modo le programmazioni finanziarie possono guardare a questi strumenti partecipati?
Questi sono alcuni degli interrogativi su cui, dopo i saluti istituzionali di Maddalena Mattei Gentili, Direttore Generale della Direzione Generale della Sicurezza del Suolo e dell’Acqua del MATTM, si è aperto il dibattito e il confronto della terza giornata del workshop “Contratti di Fiume e politiche pubbliche nella nuova programmazione 2021-2027: prospettive e opportunità” organizzato il 9, 16 e 23 luglio dall’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume.
Dopo un primo momento formativo ed un secondo più laboratoriale di lavori di gruppo, il terzo istante del workshop si è configurato come un ricco e proficuo confronto tra partecipanti (Regioni, Autorità di Gestione dei programmi operativi, soggetti gestori di area vasta, quali Aree Protette, GAL, Unioni di Comuni, ecc) e istituzioni quali il Dipartimento per le Politiche di Coesione e il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Agenzia per la Coesione Territoriale, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le Autorità di bacino distrettuali.
Dai lavori delle tre giornate emerge che i fiumi e i CdF possono essere definiti come dei veri e propri “prisma” che, in virtù della loro interdisciplinarietà, facilitano il superamento dell’approccio settoriale dei fondi favorendone uno che non guardi solamente a tematiche idriche e/o ambientali ma a contesti più ampi, creando così nuove opportunità di finanziamento. E sono molte le politiche di programmazione che sembrano rafforzare questo aspetto e aprire importanti prospettive per i CdF, dai cinque obiettivi di Policy (OP) della nuova politica di coesione programmazione 2021-2027, in particolare l’OP2 “Europa più verde” e l’OP5 “Europa più vicina ai cittadini”, alla Politica Agricola Comune (PAC) che pone l’accento sul tema della gestione sostenibile delle risorse idriche, dal Green New Deal europeo e dal recente Recovery Fund a tutte le politiche di Sviluppo Sostenibile.
Il dibattito si è focalizzato non solo sulle possibili forme di finanziamento accessibili per i CdF, ma ha posto l’accento anche sulle numerose potenzialità di questi strumenti e sull’importanza di una buona e strutturata governance interna, il cui ruolo principale può essere giocato dalle stesse Autorità di bacino distrettuali, al fine di garantire una sempre maggiore sinergia tra territori e amministrazioni regionali e locali rendendo i CdF sempre più efficaci.
I CdF - si è affermato - sono strumenti ideali per armonizzare l'uso delle acque a scala di bacino, giocano un ruolo molto importante per la qualità ecologica dei corpi idrici e la gestione dei rischi alluvionali, in linea con le pianificazioni distrettuali. In questo contesto rappresentano un importante contributo alle politiche integrate di sviluppo locale e alle strategie nazionali e regionali di sviluppo sostenibile e di adattamento ai cambiamenti climatici.
Tutto questo rende i CdF uno strumento peculiare di governance, che opera a scala ecosistemica, coniugando capitale naturale e capitale sociale, in perfetta linea con le sfide della programmazione 2021-2027. Alle tre giornate sono intervenuti: Meuccio Berselli dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Andrea Bianchini della Commissione Europea, Andrea Ciaffi della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Oriana Cuccu, del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Germana Di Falco dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, Teresa Federico Referente della Linea 6 WP2 del Progetto CReIAMO PA, Adriano Ferracuti del Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Pagliaro dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Meridionale, Emanuele Perugini, Giornalista Ambientale e Fondatore e Amministratore Unico di 30 Science Communication, Francesco Puma del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, Gabriela Scanu, Coordinatore del Comitato di Indirizzo dell’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume, Luigi Servadei del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Francesco Tufarelli del Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
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